La Commissione delle istituzioni politiche (CIP) del Consiglio nazionale non ritiene opportuno che siano versate indennità di partenza ai quadri superiori dell’Amministrazione federale.

La Commissione ha deciso con 16 voti contro 4 e 5 astensioni di presentare un’iniziativa parlamentare (22.453) volta a modificare il diritto in materia di personale federale allo scopo di impedire che siano versate indennità di partenza ai membri delle direzioni e al personale con remunerazioni comparabili dell’Amministrazione federale, come pure delle imprese e degli istituti della Confederazione. Eccezioni devono essere ammesse in casi motivati. Viste le condizioni di lavoro sicure e l’ampia protezione dai licenziamenti nella Confederazione, proprio per i quadri superiori ben remunerati le indennità di partenza non sono giustificate.

Diversa è invece la situazione dei collaboratori della Confederazione che non appartengono ai quadri superiori, per i quali può essere opportuno versare indennità di partenza, ad esempio in caso di licenziamento a seguito di una ristrutturazione. La Commissione ha pertanto deciso con 11 voti contro 9 e 4 astensioni di pronunciarsi contro un divieto generalizzato di versare indennità di partenza agli impiegati federali.

Politica migratoria al centro dell’attenzione

La Commissione si è inoltre occupata di diversi temi concernenti la politica migratoria e ha approvato quattro disegni del Consiglio federale volti a modificare la legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI).

Il primo concerne i centri di partenza cantonali alla frontiera svizzera (22.044). In questi centri possono essere alloggiati temporaneamente stranieri senza permesso di dimora per assicurarne la consegna allo Stato limitrofo. I Cantoni devono poter essere sostenuti finanziariamente dalla Confederazione per questo compito. La Commissione ha approvato questo disegno all’unanimità.

Il secondo disegno (22.047) consente di obbligare le persone tenute a lasciare la Svizzera a sottoporsi a un test COVID-19 se altrimenti non è possibile eseguire l’allontanamento. La Commissione ha approvato con 17 voti contro 8 la proroga della relativa disposizione della LStrI fino alla fine del 2024.

Gli altri due disegni concernono sviluppi dell’acquis di Schengen. Uno riguarda l’adeguamento del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) (22.019) per assicurarne la compatibilità con altri sistemi di informazione di Schengen. La Commissione ha deciso con 22 voti e 3 astensioni di approvare questo disegno.

Il secondo sviluppo dell’acquis di Schengen concerne la riforma del sistema di informazione visti (VIS) (22.039). Questa banca dati dell’UE collega le guardie di confine in servizio alle frontiere esterne di Schengen con i consolati degli Stati Schengen. Questo sistema è ampliato per garantire che le autorità dispongano delle informazioni di cui necessitano. La Commissione ha approvato questo disegno con 16 voti contro 5 e 2 astensioni.

La Commissione ha inoltre discusso della situazione dei fuggiaschi ucraini riparati in Svizzera e dello statuto S. A tal proposito ha esaminato questioni relative alla concessione dello statuto di protezione e all’alloggio, nonché possibili scenari e strategie in caso di mantenimento o abolizione dello statuto di protezione S.

Il segreto del voto nelle commissioni deve essere mantenuto

La Commissione propone con 18 voti contro 6 di non dare seguito all’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Andreas Glarner che chiede di pubblicare i dati relativi alle votazioni nelle commissioni (21.444), analogamente a quanto avviene nelle Camere. Secondo la Commissione sarebbe controproducente rendere di pubblico dominio come ha votato ciascun commissario. Il processo di deliberazione nelle commissioni è essenziale per il buon funzionamento del Parlamento e occorre prestare attenzione a non indebolirlo. Le commissioni devono poter continuare a lavorare liberamente e cercare compromessi e questo implica, ad esempio, che un membro cambi la sua posizione. D’altronde, non sarebbe per nulla sensato pubblicare unicamente i risultati delle votazioni senza rendere pubbliche anche le relative proposte messe ai voti, per cui il segreto delle deliberazioni delle commissioni non sarebbe più garantito. La trasparenza è sufficientemente assicurata dalla pubblicazione dei nomi dei membri di commissione che figurano nelle minoranze. Una minoranza propone di dare seguito all’iniziativa.

Presieduta dal consigliere Marco Romano (M-E, TI), la Commissione si è riunita a Berna il 30 giugno e il 1° luglio 2022.