In un corapporto indirizzato alla Commissione dell’economia della sua stessa Camera, la Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati (CdF-S) sostiene in linea di massima l’attuazione dell’imposizione minima prevista dall’OCSE. Ritiene che una modifica dei parametri della perequazione finanziaria nazionale (PFN) oltrepasserebbe l’ambito di questo progetto e comporterebbe dei ritardi. Un eventuale adeguamento della PFN deve avvenire nell'ambito della valutazione periodica, quando saranno noti gli effetti dell’imposizione minima.

In un corapporto indirizzato alla Commissione dell’economia e dei tributi (CET-S), responsabile per questo oggetto, la Commissione delle finanze si è occupata del progetto relativo all’attuazione dell’imposta minima del 15 per cento da applicare ai grandi gruppi di imprese secondo il progetto dell’OCSE e del G20 (22.036 s). In linea di massima, la Commissione accoglie con favore l’impostazione data dal Consiglio federale, sebbene l’intento di introdurre un’imposizione minima sia di per sé considerato con scetticismo da alcuni membri della CdF-S. La Commissione delle finanze concorda sul fatto che non sia opportuno compensare le maggiori uscite mediante la perequazione finanziaria nazionale (PFN), poiché ciò richiederebbe il coinvolgimento dei Cantoni e causerebbe notevoli ritardi. Si potranno eventualmente apportare modifiche nell’ambito della prossima valutazione periodica della PFN, quando saranno noti gli effetti della nuova imposizione minima. Hanno dato luogo a discussioni la ripartizione tra Confederazione e Cantoni di eventuali maggiori entrate, le misure atte a promuovere l’attrattiva della piazza economica e l’assenza di un limite temporale nelle disposizioni transitorie relative all’attuazione della norma costituzionale prevista. La Commissione informerà la CET-S, che ha già iniziato il lavoro sull’oggetto, sulle sue deliberazioni.

Legge federale sulle finanze (riduzione del debito causato dall’epidemia di COVID-19). Modifica (22.020 n)

Per arginare la crisi causata dalla pandemia di COVID-19, la Confederazione ha sostenuto uscite straordinarie consistenti. Conformemente alle disposizioni che disciplinano il freno all’indebitamento, queste uscite devono essere compensate. Nel suo messaggio del 18 marzo 2022, il Consiglio federale propone al Parlamento di ridurre i debiti della Confederazione legati al COVID-19 entro il 2035 mediante eccedenze di finanziamento future: ciò necessita una modifica temporanea della legge federale sulle finanze della Confederazione (LFC ; RS 611.0). Il Consiglio nazionale ha infine deciso che la metà di tale riduzione dei debiti può essere conseguita anche mediante eccedenze di finanziamento passate.

La Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati (CdF-S) ha iniziato i lavori con l’audizione dei professori Aymo Brunetti, dell’Università di Berna, Nils Soguel, dell’Università di Losanna, e Jan-Egbert Sturm, del Politecnico federale di Zurigo. I tre esperti hanno espresso alla Commissione le loro considerazioni e il loro punto di vista scientifico in merito al debito pubblico della Svizzera e hanno preso posizione sul progetto del Consiglio federale, sulle diverse altre soluzioni proposte nell’ambito della consultazione, oltre che sulla soluzione adottata dal Consiglio nazionale in occasione della recente sessione estiva.

Gli scambi fruttuosi intercorsi fra i professori e i membri della Commissione permetteranno a questi ultimi di proseguire i loro lavori con la conoscenza degli aspetti tecnici e scientifici inerenti a questo oggetto. La Commissione effettuerà il dibattito di entrata in materia e la deliberazione di dettaglio in occasione della sua seduta del 29 e 30 agosto prossimi, in vista della trattazione dell’oggetto da parte del Consiglio degli Stati durante la sessione autunnale 2022.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Johanna Gapany (PLR, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 6 luglio 2022. A parte della seduta era presente il capo del DFF, alcuni rappresentanti del DFF e i professori summenzionati.